giovedì 11 giugno 2009

(Post n. 22) Tasti telegrafici automatici



Già nel Post n. 14 si è parlato del raro tasto telegrafico, a due bracci oscillanti, Meleahan-Valiant. Ebbene, fu questo tipo di tasto il primo tasto telegrafico automatico a comparire sul mercato dopo i bug dei quali si è parlato nei Post nn. 4 e 20. Con esso iniziò, quindi, la fine di un’era: quella in cui la durata degli impulsi morse veniva totalmente o parzialmente determinata dal telegrafista durante la digitazione.
Cosa resta, dunque, come attuale retaggio di questo tasto automatico interamente meccanico? Ecco che cosa ho trovato, finora:
http://www.mtechnologies.com/ghd/gn907.jpg (tradizionale) e
http://www.mtechnologies.com/ghd/gn907ap.jpg (addirittura con sensore ottico!)
della giapponese GHD (
http://www.mtechnologies.com/ghd/ ) del collega JA7GHD;
http://www.webalice.it/crapellavittorio/ik1ojm/frame.html (voce: "doppio vibro")
del collega IK1OJM il quale sostiene che il Meleahan-Valiant non ebbe seguito a causa di un problema strutturale, tipico peraltro di tutti i tasti telegrafici automatici meccanici (o doppi bug): la grave difficoltà di riproduzione, su queste macchine, della codifica morse delle lettere C, K ed Y. Penso che IK1OJM alluda alla non fulminea reattività e non perfetta regolarità pendolare del plesso oscillante di qualsiasi bug, cioè a quei medesimi limiti meccanici che han fatto desistere gli inventori dal promuovere l’utilizzo di un doppio bug che fosse a due palette indipendenti.
Ovviamente i colleghi OM sono sempre invitati a darmi notizie, consigli, ragguagli, ed a discutere costruttivamente in merito a queste cose curiose.

Nella foto sopra riportata si vedono un “single lever key” della Kent (l’ho costruito qualche anno fa dal relativo kit di montaggio) ed un modello base del famosissimo paddle della Bencher, appoggiati sopra un datato ma interessante keyer della MFJ: il Deluxe Electronic Keyer modello MFJ-407C, il quale, a differenza di molti altri keyer, non ha soltanto il potenziometro per la regolazione della velocità di produzione degli impulsi morse, ma anche i potenziometri per la regolazione del volume, del tono e perfino del peso, vale a dire del rapporto esistente tra le due diverse durate dei due tipi di impulsi morse, al fine di conferire un sensibile tocco personalizzante alla digitazione del messaggio così che esso risulti subito riconoscibile, come lo sarebbe in fonia un certo timbro di voce, in mezzo a tutte le altre trasmissioni di un certo pile-up, cioè di una comunicazione affollata per la presenza di parecchi interventi trasmissivi di molti operatori.
Ovviamente esiste, sulla plancia di questo keyer, anche un tasto per la selezione dei modi semiautomatico ed automatico, ed un tasto tune per effettuare l’accordatura.
Per i non OM, si precisa che la foto in parola illustra anche l’ultima storica fase tecnico-evolutiva dei tasti telegrafici: prima il tasto orizzontale a braccio singolo (o "single lever key", strutturalmente piuttosto simile al side-swiper ma elettricamente del tutto diverso da esso) sostituì, in tandem con il relativo keyer, il doppio bug, poi giunse l’era attuale, cioè quella del tasto orizzontale a palette, ovvero, come detto, del paddle.
In alcune delle attuali produzioni di quest’ultimo strumento, meccanicamente davvero assai semplice, è stata posta estrema cura per i dettagli riguardanti il design, la qualità dei materiali, nonché la precisione e la sensibilità dei meccanismi. Ne sono quindi scaturiti dei paddle piuttosto famosi degni ovviamente di keyer dalle elevate prestazioni e di pregevole qualità.

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