Visualizzazione post con etichetta Cinema. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cinema. Mostra tutti i post

domenica 21 giugno 2009

(Post n. 26) Cuori in Atlantide

Per leggere una recensione e vedere la locandina: http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=33741

Dal mio punto di vista… Nella vita arriva un momento in cui ogni essere umano si chiede se l’amicizia possa esistere davvero anche tra individui apparentemente molto diversi tra loro, oppure se qualsiasi rapporto sociale sia rigidamente soggetto soltanto alla legge ed alla logica del denaro. In tale circostanza, quindi, ci si trova di fronte ad un grave dilemma: credere che nel cuore umano possa, nonostante le difficoltà e le grandi disillusioni del vivere quotidiano, giacere qualche barlume di innocenza, oppure, per dirla con il Rosseau, capacitarsi del fatto che “lo stato di guerra nasce dallo stato sociale”, cosicché ogni manifestazione di umana bontà debba necessariamente essere considerata come o stupidità o raggiro. La questione non è nuova: si pensi, per esempio, a “L’idiota” di Dostoevskij.
( http://it.wikipedia.org/wiki/L%27idiota_(Dostoevskij) ).
La storia narrata dal film “Cuori in Atlantide” mette di nuovo, ma in modo più compassato ed indiretto, il dito in questa piaga (che poi, come ben si sa, è il problema della resa dell’animo al cinismo ed alla paura dell’ignoto) lanciando una sfida di fede allo spettatore. Penso che, almeno per amor proprio e dei propri cari, si possa cercare di coglierla nel tentativo di vivere una vita migliore.
Questa, al di là del tema emergente come principale, mi pare l’essenza della storia: se qualcuno avesse scorto altro, ben felice di ampliare il mio angolo visuale.

giovedì 11 giugno 2009

(Post n. 23) La neve nel cuore

Per leggere una recensione e vedere la locandina:
http://it.movies.yahoo.com/l/la-neve-nel-cuore/index-148084.html

Dal mio punto di vista… Devo dire che ho trovato, in giro per la rete, molti pareri al vetriolo sulla storia narrata da questo film, per cui sono andato a cercare il link con la recensione che mi sembrava più scarna e neutrale.
La spinosa questione ricorrente nei commenti più “piccati” è quasi sempre la stessa: scarsa credibilità della psicologia dei personaggi e loro conseguente comportamento piuttosto assurdo in quanto talvolta in radicale ed inspiegabile contrasto con le qualità morali ed intellettuali ad essi attribuite in premessa.
A mio modesto parere le cose stanno diversamente: l’autore ha sfidato, appunto sul filo dello stridente assurdo in parola, lo spettatore, facendogli così notare come la serietà dei sentimenti di persone tutte fondamentalmente inclini al bene, possa, in momenti di crisi, alterare i comportamenti facendoli delirare nei soggetti più morigerati e diventare, per converso, più razionali in quelli che invece sembrano essere individui stravaganti.
Questi ultimi, meno legati al peso psicologico degli stereotipi sociali, pare che siano infatti più duttili nel gestire per il verso più efficacemente costruttivo i momenti di grave sconforto e conflitto nei quali, del resto, anche il destino, alla fine, viene in qualche modo spronato a far emergere buone occasioni che non saranno sciupate da alcuno.
Credo, insomma, che, sotto la scorza di innocue, strane, frivole o paradossali apparenze, si sia di fronte ad una pregevole opera di narrativa.
Questa, al di là del tema emergente come principale, mi pare l’essenza della storia: se qualcuno avesse scorto altro, ben felice di ampliare il mio angolo visuale.

martedì 2 giugno 2009

(Post n. 19) Turista per caso

Per leggere una recensione e vedere la locandina:

Dal mio punto di vista... A volte non si sa perché ci si affeziona a certe storie, anche se il tema trattato è, nonostante il lieto fine, drammaticamente sgradevole. Probabilmente è il desiderio di mettere logica dove essa pare che non vi sia, a creare questo vincolo. L’elaborazione mentale dei fatti narrati può essere anche piuttosto lunga e laboriosa ma indubbiamente la sfida si vince sempre utilizzando l’incontrastabile arma dell’onestà intellettuale: i personaggi non possono usarla appieno perché sono calati nella realtà, anche se fittizia, e quindi risultano spesso frastornati dalle proprie ancestrali paure e dal tempo che urge, fino al punto di avere a disposizione un libero arbitrio a funzionalità piuttosto limitata. Lo spettatore, invece, può, dall’alto della propria agiata situazione, astrarre maggiormente e quindi vedere un più elevato numero di possibili alternative. E’ questa un’operazione consigliabile per conferire a qualsiasi “fiaba” l’utilità che essa merita e per capirne la reale caratura.
Nel caso di specie, a mio modesto parere, penso che questa misura di valore sia altissima: la lotta per la felicità non è altro che la trasposizione concettuale, nella società del benessere materiale, della lotta per la sopravvivenza sostenuta da tutte le creature nella natura selvaggia. Per chi è sconfitto resta infatti lo spettro del male oscuro della depressione che equivale alla perdita della vita attraverso la perdita della vitalità. Il tema è serissimo ma solo due donne sembra che se ne accorgano subito, in questa storia: Muriel e Rose. Sono loro, modestissime e mansuete persone qualunque, le battagliere eroine a sorpresa imprimenti una svolta generalmente positiva ed incoraggiante a tutta la vicenda.
Questa, al di là del tema emergente come principale, mi pare l’essenza della storia: se qualcuno avesse scorto altro, ben felice di ampliare il mio angolo visuale.

domenica 22 marzo 2009

(Post n. 3) Film, che passione!

Che cosa ci posso fare? Ne sono sempre stato ghiotto! Fantascienza, soprattutto.
Riguardo a questa sono finalmente riuscito ad acquistare, per pochi euro, un Nemesis. Così ho completato tutte le 3 serie di Star Trek post-STOS (cioè STNG, STV, STDS9 ed STE) dopo anni di rincorse di DVD in offerta.
Ora resta l’attesa dell’epico nuovo inizio della storia: http://it.video.yahoo.com/watch/4619200/12352458 .

Comunque, a parte il “seppellimento” da serial e da directors editions di questo genere, ogni tanto colgo anche qualcosa di atipico, proveniente da una Hollywood che oltrepassa certi standard. Ultimamente, per esempio, “L’illusionista”, un affascianante poliziesco dai contorni magici, ambientato in una splendida Vienna vista nel pieno della propria epoca d’oro. Non ho saputo resistere: appena è uscito in edicola ad un prezzo conveniente lo ho acquistato, ed ora, ogni tanto me lo rivedo perché per me, lo confesso, è un vero bonbon: http://www.mymovies.it/trailer/?id=44626 .