domenica 22 marzo 2009

(Post n. 4) Restaurare “conigli meccanici”

Ricordate Bugs Bunny: il coniglio dei cartoons?
Come i profani forse non sanno, questo simpatico e dispettoso roditore ha dei parenti meccanici in telegrafia: i bug. Si tratta di tasti telegrafici semiautomatici. Essi permettono la produzione di segnali “linea” di durata a totale discrezione dell’operatore, mentre, per quanto riguarda i segnali “punti”, questi attrezzi sono in grado, a fronte di un opposto e mantenuto pigiar di paletta, di produrne a raffica mediante un servocomando meccanico il cui cuore è un piccolo flettente a forma di U. Il nomignolo bug deriva, comunque, dal fatto che il gruppo bottone/paletta di questo tasto somiglia proprio alla testa di un coniglio.
Un esempio di funzionamento della "macchinetta"? http://www.youtube.com/watch?v=yHz2rEiFnfw .
Ma ecco il bello: da qualche anno a questa parte, per trovare un po’ di relax casalingo post-lavorativo, mi sono dedicato al restauro di alcuni malandati bug, acquistati per pochi euro da qualche rigattiere estero.
Per il recupero di pezzetti mancanti o non riparabili mi sono rivolto al “servizio ricambi” delle case costruttrici, oggi ancora in attività, e, alla fine, sono riuscito a riportare questi curiosi “animali metallici” al primigenio splendore senza però intaccare minimamente la patina di antichità che il tempo ha lasciato sulla loro superficie.
Un lavoro di pazienza che mi ha dato tante soddisfazioni. Oggi, per esempio, ho finito di restaurare completamente un Vibroplex del 1933 (è proprio quello della foto riportata sopra), ed ora questo bug si è trasformato, da esausto ciarpame impolverato, in un simpatico ed arzillo “coniglio” pronto ancora a saltellare, come faceva ai tempi del New Deal.

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